Capita spesso che dopo un’intera giornata a lavoro, mamma e papa’ stanchi morti si trovino ad avere a che fare con i capricci dei bimbi, ed ecco che un no alla richiesta di una mano a sparecchiare o il bicchiere versato per sbaglio diventano occasioni futili per perdere la pazienza ed alzare la voce.
La Dr.ssa Carla Naumburg, esperta in parenting, nel suo testo Smettila di urlare prova a spiegarci come limitare questo nostro comportamento e come, passo dopo passo, cercare di controllare i sentimenti di rabbia e abbattimento conseguenti a certe situazioni.
Il libro è un vero e proprio manuale che in piccole mosse ci guida a diventare madri (o padri) meno irascibili elencando alcune verità sul parenting:
- Fare i genitori non è semplice
- Perdere la pazienza è molto naturale e odiamo farlo
- Non è una questione di forza di volontà ma di conoscenza di noi stessi
- Possiamo imparare a gestire la perdita di pazienza
L’autrice spiega come il primo passo necessario al cambiamento sia capire cosa ci succede quando veniamo istigati, facendo un giro nella nostra mente e nel nostro corpo, per arrivare ad intendere che urlare è un meccanismo umano, come se combattessimo o fuggissimo da una situazione scomoda, comportamento che però ci immobilizza ed è altamente controproducente.
Una volta diagnosticata la causa, dice la Naumburg, occorre sapere riconoscere i campanelli di allarme, cioè quei segnali che da lì a poco scatenano l’inferno, saperli controllare e gestire i nostri punti deboli in modo da aumentare il più possibile lo stato di calma, fermandoci e provando a cambiare direzione.
La sfuriata quando capita ci lascia inermi, con l’amaro in bocca e un velo, nemmeno troppo sottile, di autocompassione che, in questa situazione, diventa un sentimento alleato ed un’eccellente ausilio per una strategia di prevenzione.
I consigli sono molti e, io per prima, quando affronto letture di questo tipo sono sempre molto scettica in quanto un conto è scrivere, un conto è vivere l’attimo di rabbia e lo scoppio di fronte al nostro bimbo.
Credo però che urlare non sia assolutamente educativo e mi odio talmente quando sbotto che almeno proverò a seguire quello che la Dottoressa consiglia e senza saltare direttamente al capitolo 8 (Come fare di preciso a non perder la testa) perché sono convinta che dovrei veramente capire me stessa prima di provare a mettere in pratica le tecniche suggerite.
Se è vero che non è necessario essere genitori perfetti per essere dei bravi genitori, e può succedere di perdere il controllo con una versione più piccola di noi stessi, ricordiamo però sempre che, come confermano molte ricerche mediche, le urla sarebbero dannose quanto le percosse e limitarle o evitarle sarebbe il nostro primo passo per essere un genitore oggi migliore del genitore di ieri.