bambino con raffreddore

Raffreddore e lavaggi nasali…ci risiamo.

Come si dice? Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Ebbene, qui onestamente io tanto dura non mi sento più. Sono appena arrivati i primi freddi dopo una estate praticamente infinita et voilà, ecco servite le prime malattie da raffreddamento. Ma se in noi adulti un raffreddore, un mal di gola o una febbre sono tutti acciacchi facilmente gestibili, molto diverso è quando affrontiamo i malanni di stagione nei bambini.

Abbiamo da poco finito un ciclo di antibiotici, speravo che fosse finita e invece no.

Riecco la febbre con catarro annesso, la tosse e il vomitino incombente. “Crescono e si fanno gli anticorpi” mi dicevano. E poi: “È solo il primo anno all’asilo poi vedrai sarà tutto in discesa“. Ma quando mai??
Qui mi sembra una cronoscalata, e ogni passo è più faticoso del precedente. Ma, come sapete bene anche voi, care mamme, non è concesso mollare.

Quindi, per essere sicura, lo porto da un otorino super qualificato che mi conferma un po’ di ostruzione delle  adenoidi e tonsille non proprio da sfilata. Mi prescrive una cura di fondo per ogni giorno e una terapia mirata per il raffreddore nei bambini. Ma parliamo un momento di questo benedetto raffreddore.

Voi sapete riconoscere il raffreddore nei bambini? Siete in grado di valutare quando un bambino è raffreddato?

Quando starnutisce e gli cola il naso, direi io di primo acchitto. Ma no, sarebbe troppo semplice, troppo ovvio. Troppo facile da gestire. Gli soffi il nasino ed ecco fatto. Il raffreddore nei bambini c’è ogni volta che è presente catarro.
Molto bene, anzi no. La presenza di catarro non è così facilmente riconoscibile e quindi dobbiamo stare con lo sguardo attento e le orecchie bene aperte per capire in ogni momento se il bambino respira bene, se da qualche colpo di tosse eccessivo, e così via. E, in ogni caso, quando scopriamo che il bambino è raffreddato che cosa ci tocca?
Rinowash medicato 2 volte al dì. Una passeggiata, insomma. O quasi.

La sera ancora ancora. Siamo a casa, con calma, e riusciamo a gestire la cosa. Ma la mattina? Non so per voi ma per me la mattina è un incubo: preparo l’apparecchio, riempio il dispenser, controllo l’orologio. Abbiamo poco tempo, io mi innervosisco, lui peggio di me. E così, per una cosa che in 5 minuti si farebbe se ne consumano minimo 25, tra le sue distrazioni inventate e le mie quasi isterie del presto che è tardi.

Il risultato? Nasino pulito alla bell’e’ meglio, io che mi sento una mamma improvvisata e che esco di corsa con lui per mano con la maglia alla rovescia. Mi dicevano andrà sempre meglio. Ma quandoooo?

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