Le lenticchie: tutti i colori e anche più!

Scopriamo insieme le varietà del gustoso legume di Capodanno

Il Capodanno è alle porte e finalmente si avvicina il momento di assaporare uno dei piatti che reputo più gustosi!

Infatti, questa pietanza è solita comparire sulla nostra tavola durante il periodo natalizio e, allo scoccare della mezzanotte della notte di San Silvestro, siamo abituati a farne grandi scorpacciate! Di chi stiamo parlando? Delle lenticchie, è chiaro!

Le proprietà

Le lenticchie, sfortunatamente, sono per lo più relegate al cenone di San Silvestro, quando invece dovrebbero essere onnipresenti nella nostra dieta: infatti, dal punto di vista nutrizionale, rappresentano uno degli alimenti più sani e benefici per il nostro organismo. Non a caso, le lenticchie non sono solo povere di grassi, ultra proteiche (basti pensare che 100 grammi di lenticchie equivalgono a circa 215 grammi di carne), ricche di potassio e ferro, ma sono anche altamente digeribili, e quindi ottime alleate per il corretto funzionamento del nostro intestino.

Le varietà

Le varietà di lenticchie italiane sono a dir poco innumerevoli: è semplicemente impossibile contarle e catalogarle tutte! Infatti, di questo legume, che tra l’altro fu uno dei primi ad essere coltivato dall’uomo nell’antichità, esistono numerosissime varietà: le lenticchie gialle, rosse, nere, arancioni, verdi, e chiaramente quelle marroni, che rappresentano la tipologia più nota. Ma andiamo a vedere insieme quali sono le lenticchie che, personalmente, reputo migliori, e che magari non tutti conoscono!

Le lenticchie nere

A Enna, nella frazione di Leonforte, uno dei piatti tradizionali è dato dalle lenticchie nere, le quali sono molto più ricche di proteine e ferro rispetto alle altre sorelle. Questa lenticchia, infatti, ha un sapore unico e riconoscibile proprio per via della sua buccia proteica. Inoltre, per chi ama i sapori forti, consiglio vivamente di accompagnarle con il cappone, o magari con il cotechino. Una vera prelibatezza!

Le lenticchie viola

Molto simile a quella precedente è la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, che viene coltivata tra i 1150 e i 1600 metri sull’altopiano del Gran Sasso (nei territori incontaminati del Parco Nazionale d’Abruzzo) e che, soprattutto, viene raccolta rigorosamente a mano per preservarne le qualità. A differenza della lenticchia nera, quella viola, tonda, piatta e dalle dimensioni minuscole, non ha bisogno del pre-ammollo, dato che si cuoce in pochi minuti. Inoltre, personalmente la considero una vera eccellenza gastronomica non solo per via del suo sapore inimitabile, ma anche perché ottima se servita in umido!

Le lenticchie verdi

A Caltanissetta, nella frazione di Villalba, gli agricoltori autoctoni coltivano e tutelano gelosamente il loro prodotto alimentare tradizionale, valorizzando una delle lenticchie più buone al mondo. Queste, rispetto alle sorelle, sono grandi e verdi: io le apprezzo molto per via del loro sapore delicato e perché la loro consistenza non si va a perdere dopo la cottura, dato che rimangono sempre belle integre e compatte! Non meno pregiata è la lenticchia verde di Altamura, che viene chiamata anche la “lenticchia gigante”, dato che si ritiene sia quella più grande tra tutte! Non a caso si mangia principalmente come contorno e, data la dimensione “large”, ricordo che necessita di un ammollo di circa 3 ore.

Le lenticchie rosse

Conosciuta anche come la “lenticchia egiziana”, la lenticchia rossa proviene principalmente dal Medio Oriente. Tuttavia, anche in Italia vantiamo delle lenticchie rosse impeccabili: sono quelle di San Sisto dell’area feretrana, note anche come le “lenticule” mangiate tradizionalmente dai frati nei monasteri e nelle abbazie.  La loro caratteristica primaria è la tenerezza: infatti, poiché si sfaldano facilmente, il mio suggerimento è di abbinarle con zuppe o passati, affinché possano sfogare tutta la loro cremosità!

La lenticchia multicolore

Sull’altopiano Mormanno, in Calabria, si coltiva una varietà unica nel suo genere. Come è fatta? Di tutti i colori! Principalmente verde, rosa, giallognola e beige, con delle meravigliose striature policromatiche. Anche questa lenticchia, come quella verde, non richiede il classico ammollo in acqua vista la sua morbidezza, e infatti si sposa benissimo con le patate, i broccoli e i cavolfiori.

Ma adesso, per non farci trovare impreparati per il cenone di Capodanno, andiamo a vedere come si preparano le lenticchie in umido!

Propongo la ricetta delle lenticchie al pomodoro che, ormai, metto in pratica da anni, e che ogni volta mi regala un piatto squisito da leccarsi i baffi!

Ingredienti:

  • 250 g di lenticchie (va bene ogni tipologia)
  • 1 cipolla, 1 sedano e 1 carota
  • 350 grammi di polpa di pomodoro
  • olio extravergine d’oliva
  • sale

Se utilizziamo delle lenticchie molto secche, il mio consiglio è di metterle in ammollo per tutta la notte. Poi, al mattino dopo, le laviamo e le facciamo bollire per circa un’ora. Devono diventare belle morbide e tenere! Nell’attesa possiamo occuparci del soffritto: utilizziamo tutta la verdura e soffriggiamola con l’olio, poi, quando si è ammorbidita, uniamo anche il sugo di pomodoro. Solo a questo punto aggiungiamo il sale e, se è di nostro gradimento, un po’ di pepe. Lasciamo riposare per dieci minuti affinché si saporisca per bene e poi aggiungiamo le lenticchie lessate. Mescoliamo il tutto e, di nuovo, lasciamo riposare per dieci minuti, dando ogni tanto delle ripassate di cucchiaio.

Ora non ci resta che scegliere la nostra varietà di lenticchie preferita, magari tentando di impiegare le nostre lenticchie in una ricetta originale che avvalori questo legume super gustoso! Possiamo gustarle con la pasta, in minestra o zuppa; oppure, se il cotechino non ci fa impazzire, possiamo rivisitare il nostro piatto e abbinare le lenticchie alle costolette di maiale! Mmm, che bontà!

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