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Tre, sullo scaffale

Breve recensione del nuovo libro di Valérie Perrin

Conoscevi Valérie Perrin?

Forse molti di voi avranno sentito nominare Valérie Perrin, non solo scrittrice, ma anche fotografa e sceneggiatrice, per il rinomato libro Cambiare l’acqua ai fiori. Un romanzo, pubblicato nel 2018 e divenuto famoso a motivo di un grande e vivace tam tam, che ne ha diffuso la voce su testate e social. Se lì si parlava di Violette Toussant, animo mite, guardiana di un cimitero (una delle sue mansioni era, appunto, rinfrescare i fiori portati in commiato ai defunti), qui la storia risulta forse meno singolare. Un indizio è già il titolo: Tre, che ammicca ai tre giovani protagonisti, all’intreccio delle loro vite – e all’intreccio temporale per cui il libro prosegue, con sovrapposizioni e shift nella prosa.

È vero: è da tanto che non vi racconto di libri: non che non ne abbia letti, ma forse nessuno di questi ha catturato la mia attenzione come Tre. La scrittura è empatica e sensibile, come già in Cambiare l’acqua ai fiori; il romanzo risulta fluido e scorrevole – ancora, si può dire, come l’acqua -. La trama ruota attorno alla congiunzione delle vite di tre ragazzi, attorno a un segreto che solo loro conoscono; i protagonisti s’incontrano già alle elementari, e la loro storia, fra i banchi, prosegue per lunghi anni, con complesse vicissitudini d’amore, amicizia e lavoro.

Tre motivi per amare Tre

Mi è sicuramente piaciuto molto, e, giocando con il titolo della vicenda, vi propongo i miei Tre motivi per cui lo proporrei anche a voi come libro da leggere, e da poggiare già ora sul comodino: 

  1. Alterna il presente al passato. Adoro i romanzi complicati, in cui più linee temporali si sovrappongono: una tecnica narrativa che permette di far conoscere i personaggi gradualmente eppure da prospettive diverse, aumentando forse anche l’empatia verso i loro comportamenti e le loro scelte. Risulta poi un buono stratagemma per aumentare, dove dovuto, la suspance, e tenere con il fiato sospeso – ancora due pagine, prima di spegnere la luce…!
  2. Tocca argomenti non banali, come la sessualità e l’animalismo. L’autrice del resto si distingue da qualche anno anche per l’impegno politico sul tema, e si è candidata alle recenti elezioni francesi proprio assieme al partito animalista. Amo il fatto che porti le proprie convinzioni, senza risultare moraleggiante, nelle pagine del testo: raccontare anche se stessi è forse ciò che tutti i grandi autori fanno.
  3. Lascia sempre un filo di suspance, che si risolve nelle ultime pagine. Certo, non vi dirò perché e per come: non voglio certo svelare il segreto che lega i tre giovani Etienne, Adrien e Nina! Eppure vi consiglio caldamente di conoscere la loro storia: la vivacità di Etienne e il suo dongiovannesco atteggiamento, le sue conquiste e i suoi desideri; le velleità artistico-letterarie di Adrien, anima riflessiva quanto timida e schiva. E, soprattutto, la personalità affascinante e forse fragile, forse forte di Nina, bellezza profonda, segnata dalla morte del nonno.

Insomma, tiriamo le somme: mio voto? Tre per Tre, ovvero un bel 9 secco. Io lo ho divorato!

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