Ho da poco finito di leggere un romanzo davvero appassionante di Eva Stachniak: il Palazzo d’Inverno, un libro che mi ha trascinata nei meandri delle antichissime corti della Russia imperiale con uno stile fluido e intrigante, sebbene molto dettagliato e discorsivo. D’altronde, è una polacca a scrivere!
Questo libro mi è piaciuto particolarmente perché mi ha svelato una realtà che non conoscevo, ovvero come all’epoca le servente di corte, dovettero ricorrere a qualche “intrigo” pur di sopravvivere. Se deciderete di leggere anche voi questo romanzo storico, rimarrete stupiti dai dettagli che ci offre Eva Stachniak nel raccontare i sontuosi palazzi imperiali russi. Ma anche i vari sotterfugi a cui si ricorreva in passato che non sembrano essere molto diversi dai nostri “gossip” di oggi, anche se di certo quelli erano molto più intelligenti e studiati con eleganza, non neghiamolo!
La trama
Il Palazzo d’Inverno è un romanzo storico ambientato nel Settecento, presso la corte della zarina Elisabetta Petrovna. Nonostante il libro racconti a livello storico l’ascesa al trono di Caterina II, imperatrice di Russia, la trama si focalizza principalmente sulla figura di Varvara Nikolaevna, la protagonista di questo romanzo di oltre 400 pagine. Perché? Perché la signorina Varvara Nikolaevna è una spia. Una di quelle che abitavano negli sfarzosi palazzi russi per rubare ogni segreto, e farsi gli affari degli altri per campare, in poche parole. Il bello di questo romanzo, infatti, è che è rivelatorio, agghiacciante, pieno di colpo di scena, e ci invita sempre a distinguere gli amici dai nemici, le menzogne dalle verità. Del resto, se si parla dei grandi zar russi non possono mancare i succulenti intrighi di corte.
Ma chi è Varvara?
A parte la trascrizione fonetica russa della nostra “Barbara”, era la figlia di un umile lavoratore che stava molto a cuore all’imperatrice Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro il Grande. Perciò, quando il padre di Varvara viene a mancare, la figlia orfana viene chiamata a corte al servizio di Elisabetta per svolgere un mestiere insolito. Dovrà essere gli occhi del palazzo. A tal proposito, dovrà riferire tutto ciò che sente e vede, tutti i sussurri e i bisbigli, dovrà essere l’ombra di tutti senza farsi notare. In tutto ciò Varvara diventa grande amica di Sofia, futura moglie di Pietro il Grande e futuro zar di Russia. Sofia, non a caso, è colei che governerà la Russia a fianco di Pietro con il nome di Caterina II, una donna tanto ambiziosa quanto avida di potere. Alla scrittrice non sfugge niente, dato che qui parliamo di “tessere alleanze alle spalle” che porteranno a un colossale colpo di stato.
Ma cosa mi ha colpito veramente di questo romanzo?
Non tanto la grande figura di Caterina II, sebbene quello di Eva Stachniak sia un magistrale tentativo di dipingere la grandissima imperatrice russa. Quello che stupirà ogni lettore che voglia approcciarsi a questo libro, infatti, è proprio la figura di Varvara Nikolaevna. Bisogna tenere a mente che questa ragazza è un’orfanella povera, che riesce a cambiare la sua vita grazie a un po’ di fortuna e ai bei tratti del suo visino. Ma soprattutto, la sua fortuna risiede nel fatto di stringere amicizia con il conte Bestuzev. Costui è il cancelliere di Russia nonché uno dei tanti uomini che corteggiavano (e non solo) Elisabetta Petrovna. Anche lui è una figura interessante perché, proprio come Varvara Nikolaevna, non si lascia sfuggire nulla all’interno della corte imperiale. Questo è un libro sull’arte di “origliare” se vogliamo, ma soprattutto sull’arte di cavarsela facendo leva sulla proprio furbizia! Ve lo consiglio vivamente!
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